storia di figli, di sabato grasso e di frappe
- Flaminia
- 25 feb 2017
- Tempo di lettura: 3 min

“Mamma, mamma quando ci fai le frappe quest’anno ?!”
Sembra strano continuare a sentirsi ancora fare questa richiesta.
Ma chi l’ha detto che i figli non crescono mai?!
Possono avere due mesi o venti anni, per noi mamme non fa differenza: il desiderio di nutrirli e confortarli ci parte dalle viscere.
Quest’anno la mia cucciola è stata lei: Beatrice. La figlia lontana, l’unica che ha avuto il coraggio di partire e andare a studiare fuori. Ok non proprio in Alaska, ma comunque lontano da me.
E' già passato più di un anno da quando, con una macchina così carica di bagagli e scatoloni che non ci sarebbe potuto entrare in più neppure uno spillo, siamo partiti per Milano. Il programma dei tre giorni era di quelli impegnativi: arredare e sistemare una casa da studenti gentilmente messa a disposizione dalla cugina Marinella.
L’illustre genitore maschio, che aveva contribuito nei week precedenti alle pulizie e grossolane ritinteggiature, era ahimè stato richiamato per un week end di lavoro causa emergenze in ufficio, e così avevo chiesto ai fratelli, Ilaria e Cesare, di accompagnarmi. Non proprio entusiasti, ma avevano accettato.
Arrivati a Milano dopo un viaggio abbastanza tranquillo riuscimmo appena a scaricare quella montagna di roba sotto casa. Giusto il tempo di depositare tutto su nell'appartamento che eravamo pronti per il carico successivo, tappa obbligata di qualsiasi allestimento di una nuova abitazione: l’Ikea.
Faccio qui una digressione per esprimere il mio modestissimo parere secondo cui il creatore di Ikea andrebbe sicuramente proposto per immediata santificazione, tante sono le benedizioni che gli ho dedicato per avermi risolto un numero infinito di problematiche abitative negli ultimi trentanni della mia vita.
Comunque sia, tra i mobili messi a disposizione da Marinella, qualche tavolino dell’Ikea e qualche cuscino e tappeto etnico della vicina catena Mason du Monde, la casa andava assumendo finalmente un po’ di calore. Tanto che quando siamo ripartiti il lunedì mattina, se pur con un cuoricino piccolo piccolo, mi consolava il pensiero di lasciare Beatrice ben sistemata e naturalmente con un'ampia scorta di viveri !
E’ passato più di un anno dai quei giorni e Beatrice è tanto cresciuta.
Ha rivoluzionato l’ordine di tutti i mobili di casa come piace a lei, e qualche arredo poco gradito è stato fatto sparire in fondo all’armadio. Oggi si amministra la casa, lo studio, il dentista, la spesa, le pulizie tutto da sola. E riesce anche, tra un'esame e l'altro, a preparare una torta per il compleanno di un compagno di corso o ad organizzare una festa per gli auguri di Natale .
Sono molto orgogliosa di lei e mi commuovo ancora quando torna a casa per brevi periodi tra un semestre e l’altro.
Proprio domani aspettiamo il suo rientro al termine di questa sessione.
I fratelli stanno già preparando una festa a sorpresa per farle salutare tutti gli amici. Ed è proprio in quest’occasione che non mancheranno le
Le frappe di Domizia
Domizia era la mamma di un compagno di classe della I elementare di mio figlio.
Cesare quest’anno frequenta il I anno di università. Mi sembra che la ricetta sia stata ben sperimentata ?!

Farina 0 500 g
Uova 2 intere + 1 tuorlo
Vino dolce ½ bicchiere (volendo anche rum)
Burro 50 g
Zucchero 50 g
Zucchero a velo 125 g
Unire tutti gli ingredienti nel frullatore e far andare a una potenza media fino a che non prendono forma. Se fosse necessario aggiungere ancora un po’ di liquido, ma attenzione a non esagerare. Estrarre dal frullatore la pasta e compattarla lavorandola leggermente contro il piano di cucina quindi avvolgere in pellicola e mettere a riposare in frigo (o a temperatura ambiente se non è troppo riscaldato) per circa 30 minuti. Riprendere l’impasto e dividerlo in fette di circa 5 mm di spessore. Passare le fette più volte nella macchinetta per stendere la pasta partendo dal massimo spessore e avendo cura ogni volta di ripiegare l’impasto e di cambiare direzione mentre lo fate passare dai rulli. Ridurre via via lo spessore dei rulli fino al penultimo spessore. Quindi con una rotella tagliapasta dividere la striscia ottenuta in losanghe irregolari. A qualcuna di quelle più grandi praticare un ulteriore taglio a metà senza dividerla completamente. Friggere in olio di arachide a 170° avendo cura di girarle spesso. Scolare su carta da fritto e in ultimo spolverare con zucchero a velo.
Si conservano per un paio di giorni in scatola ermetica, ma in genere non durano mai tanto.
Quest’anno abbiamo voluto provare una variante lasciando la pasta appena un po’ più spessa e tagliandola a striscioline sottili. Interessante. Sono quelle che vedete in primo piano.
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